sabato 19 agosto 2023 h 21,00


IVANA FERRI | BRUNO MARIA FERRARO
FDA BOCCA DI ROSA E ALTRE STORIE
omaggi a Fabrizio De Amdré
scrittura scenica e regìa IVANA FERRI
in collaborazione con BORGATE DAL VIVO
scene e luci Lucio Diana
direzione tecnica Fabio Bonfante
spettacolo realizzato in collaborazione con Agroinnova Centro di Competenza dell’Università di Torino e del Festival ColtivaTo
si ringrazia per la collaborazione la prof.ssa Maria Lodovica Gullino
Da sempre gli storici si arrovellano nella costruzione della figura di Lucrezia Borgia. Figura tra le più controverse e falsificate del Rinascimento e dello scenario storico che fece da sfondo alle travagliate vicissitudini della sua vita.
Tangram Teatro propone un’originale rilettura di Lucrezia, nell’intento dichiarato di sottrarla alla leggenda e alla condanna morale. La narrazione, quanto mai documentata e avvincente, si basa su uno scrupoloso lavoro di confronto e interpretazione delle fonti. Lucrezia ci rivela in questo racconto una donna determinata, una donna che seppe sempre e comunque destreggiarsi tra le circostanze di un destino che gli altri avevano scelto per lei.


Progetto di valorizzazione del territorio
in collaborazione con la Camera di commercio di Torino
In collaborazione con
BORGATE DAL VIVO
Un approfondimento
Le fake news non sono un prodotto esclusivo del nostro tempo. Pur con mezzi di comunicazione lontanissimi dai nostri, alcune di queste hanno viaggiato nella storia.
“Quando Maria Lodovica Gullino, alcuni mesi fa, ci raccontò il progetto del Festival ColtivaTo, mi venne subito in mente uno studio preliminare che la nostra compagnia aveva fatto nel 2015 sulla figura di Lucrezia Borgia. La fama di avvelenatrice contrapposta ai documenti storici che la individuano come una delle prime donne imprenditrici, poteva diventare uno spettacolo teatrale ed essere spunto di riflessione, sulla storia, sulla donna, sulla cura e il rispetto per il territorio.”
Così la regista Ivana Ferri racconta la nascita di questo progetto teatrale che sarà presentato in anteprima nazionale sabato 1° aprile 2023, nella sala del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, come evento all’interno della programmazione del Festival.
Ma perché Lucrezia Borgia? E quale attinenza ha con il mondo dell’agricoltura? Andiamo con ordine.
Lucrezia è la figlia illegittima di un Papa (Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia) e sorella del cardinale Cesare Borgia (conosciuto come uno dei più spregiudicati e sanguinari uomini di potere del nostro rinascimento). In questo contesto famigliare è una pedina fondamentale usata come merce di scambio sullo scacchiere politico europeo per aprire o consolidare alleanze attraverso matrimoni combinati.
Il primo matrimonio (all’età di 13 anni) viene annullato per convenienze politiche, il secondo termina con l’uccisione del marito per opera (come mandante) del fratello Cesare. E’ in questo contesto che prende forma la fama di donna fatale, di avvelenatrice. Fama consolidata nell’800 e consegnata al futuro, dall’opera letteraria di Alessandro Dumas a cui si aggiunge quella di Victor Hugo che sarà portata nell’opera lirica di Gaetano Donizetti. D’altra parte si sa che nel periodo romantico intrighi, passioni e, diremmo oggi noir, vanno per la maggiore.
Bisogna arrivare a metà del ‘900 per intravedere i primi tentativi di “riabilitazione” della figura di Lucrezia Borgia e le prime ricerche documentali negli archivi storici di Modena e Ferrara. E qui nasce la sorpresa.
Lucrezia è una donna volitiva, intelligente, bellissima. Nella sua tormentata vita ha imparato a destreggiarsi in un mondo insidioso e buio, ha imparato anche ad amministrare le finanze. Addirittura Papa Alessandro VI (suo padre) le affidò, tra la generale indignazioni di tanti, l’amministrazione del Vaticano durante un suo lungo periodo di assenza.
Lucrezia entra direttamente nelle trattative per il suo terzo matrimonio con Alfonso d’Este, contratta una dote altissima e spunta un mantenimento annuo per la sua corte decisamente consistente. “ Sappiamo – scrive Diane Yvonne Ghirardo docente alla University of Southern California (USC) autrice delle ricerche alla base dello spettacolo – che in varie occasioni acquistò del bestiame, trafficò nel pellame e nel frumento e in altri prodotti agricoli (…) in cambio di metà dei terreni si impegnò a bonificare quelle terre paludose, a dotare di case i contadini e a fornire tutti gli attrezzi agricoli necessari.”
Ecco la “vera” Lucrezia. Una donna modernissima, capace di sopravvivere in un universo maschile di potere e sopraffazioni, capace di guidare il proprio destino e concepire un metodo imprenditoriale efficace e modernissimo per convertire terre paludose in un sistema produttivo.
A noi piace immaginarla percorre quelle terre che diventeranno le “sue” terre a bordo del bucintoro, un’imbarcazione che navigava i canali paludosi e malsani. Piace pensarla, come raccontano le cronache, amata ed acclamata dai contadini e dal popolo di Ferrara. Uno dei primi esempi di riscatto delle figura femminile della storia.
Amante delle arti, minata dalla malaria, morirà a 39 anni per le conseguenze dell’ultimo parto, lasciando interrogativi che percorreranno i secoli a venire.