Tra il 1969 e il 1980 il nostro paese è attraversato da una serie di avvenimenti epocali, da tanti, troppi misteri che restano tuttora irrisolti.
La generazione degli anni ’70 sta per consegnare definitivamente ai giovani di oggi le “chiavi di casa”. Ma ciò che non si è riuscito a capire (o forse non si è potuto dire) continuerà a pesare sul nostro prossimo futuro.

Da queste considerazioni nasce questo particolare incontro-spettacolo che porta in scena un attore e uno storico, il teatro e la storia.

Gianni Oliva, studioso del ‘900 ha costruito questo percorso accattivante che getta luce su un periodo che non è ancora storia ma non è più attualità. E poi ci sono le canzoni, la canzone d’autore che è rimasta testimonianza viva e forte di questo complicato periodo storico. Raccontare l’Italia, la nostra Italia che molti di noi hanno conosciuto e attraversato, con la forza della storia e con la potenza evocativa della canzone è un modo per consegnare ai giovani un presente meno scuro. 

Gianni Oliva ha ricostruito qualche anno fa per Mondadori un periodo storico “pericolosissimo” che molti di noi hanno attraversato e che mescola ricordi personali a misteri tutt’ora non risolti.
Sono misteri, ombre, cortocircuiti che pesano ancora sul nostro presente e che spesso sono riletti in modo parziale ad uso e consumo di uno scontro politico sempre più fazioso e intollerabile. Mentre l’Italia “naviga” tra boom economico, crisi economiche, conflittualità sociale accadono eventi che sono impressi nella memoria collettiva in modo indelebile. Piazza Fontana, il rapimento Moro, l’Italicus, Piazza della Loggia, la stazione di Bologna, le uccisioni tra le tante altre (dal 68 all’88 si contano 400 persone ammazzate e oltre mille feriti) di Casalegno, Tobagi, Rossa ecc.

In questo spettacolo incontro emerge l’esigenza di riconsiderare quel periodo cercando di risalire alle cause, ai motivi che hanno sconvolto il nostro paese e hanno generato il nostro presente così fragile, così contraddittorio.

Rievocare fatti porta inevitabilmente a rievocare il clima di quegli anni e cosa meglio della canzone d’autore può riportarci emotivamente indietro per cercare di capire. Ma non solo. La canzone d’autore è la forma d’arte che più di altre riesce a leggere la realtà e con la forza dirompente della poesia scardinare certezze e indirizzare coscienze. 

VERRANNO A CHIEDERTI… è il titolo di questo incontro-spettacolo preso in prestito dalla canzone di De André.
Per ricordare ciò che è stato a chi l’ha dimenticato, e farlo conoscere a quelli nati dopo e cresciuti in una scuola dove la storia antica conta più di quella contemporanea: un contributo a fare i conti con il passato, in un paese dove è troppo facile rimuovere.